Robban Cirrin Are We Three
7,30 € (IVA Esclusa)
Artista: Robban Cirrin
Titolo: Are We Three
Genere: Jazz
Supporto: CD Audio
Sito Web: Robban Cirrin
75 disponibili
Descrizione
Descrizione
Artista: Robban Cirrin
Titolo: Are We Three
Genere: Jazz
Data di uscita: febbraio 2014
Casa discografica: Ultra Sound Records
Musicisti
Robban Cirrin: electric guitar & Godin guitar
Stefano Calvano: drums, percussions & vocals
Massimo Zaniboni: soprano & tenor saxes
Paolo Ghetti: Double-bass
‘ Are We Three ‘ Robban Cirrin è nato in Belgio da una famiglia di origini italiane. E’ cresciuto nella Liegi del grande René Thomas, quindi non poteva non diventare chitarrista !
Dopo aver studiato durante la sua adolescenza la chitarra rock con suo padre e quella classica in autodidatta per lo più, Robban si approccia al jazz tramite la musica del grande chitarrista belga Philip Catherine e scopre poi i classici della chitarra jazz postbop americana (Wes Montgomerry, Joe Pass, Kenny Burell).
Tramite suo zio che lo introduce alla musica brasiliana, Robban ha un percorso insolito fra i ‘choro’ di Baden Powell e Villa Lobos, la bossa nova di Tom Jobim e Djavan, il samba di Joao Bosco, la musica popolare di Milton Nascimento e quella contemporanea di Guinga, che abbina alle sue personali ricerche sui chitarristi jazz più contemporanei (i 3 John: Abercrombie, Mc Laughlin, Scofield, il belga Hertmans, il solito Metheny, etc), influenze che si possono parzialmente sentire nella sua odierna musica.Dopo gli studi, a cavallo su 2 secoli, Robban si trasferisce a Bruxelles ed incomincia ad essere un assiduo frequentatore della scena jazz locale. Suona in diversi combo spesso come sideman, a volte come leader su standard nuovi e divulgando già le sue prime composizioni.
Allo stesso tempo, Robban incontra il chitarrista Paolo Radoni e partecipa a delle masterclass.
Inoltre, in questi anni a Bruxelles, Robban studia l’armonia e la composizione tramite l’attento ascolto ed analisi della musica del grande trombettista e compositore Kenny Wheeler di cui è appassionato e tramite qualche masterclass (Maria Schneider, ecc). Inoltre, incomincia ad interessarsi ad altri strumenti, specialmente il piano, che lo affascina per la completezza armonica e si mette a studiare quel nobile strumento ascoltando Bill Evans, Richie Beirach, Herbie Hancock e John Taylor soprattutto. In questa fase, Robban impara a suonare anche altri strumenti (basso, ud, violino, percussioni) ed infine decide di trasferirsi in Italia, ove sente il richiamo del cuore, del sangue e della ‘blue note’.
Nel bel paese, incontra musicisti del calibro di Ralph Towner, John Abercrombie, Dado Moroni e Rosario Giuliani, che lo incoraggiano a continuare le sue ricerche; per cui Robban continua ad approfondire la musica jazz contemporanea e fa diversi soggiorni prolungati in Brasile, ove incontra il grande Ivan Lins ed i chitarristi Kleber Costa e Toninho Horta, 3 grandi artisti che lo influenzeranno parecchio, con il loro mix fra bossa, musica popolare e jazz.
Di ritorno in Italia, Robban si mette perfino a studiare il contrabbasso, che da sempre era un suo sogno dopo essersi innamorato del strumento attraverso i suoni e le composizioni dei vari Eddie Gomez, Marc Johnson e Philippe Aerts. Incomincia anche a toccare la tromba, come non poteva mancare vivendo ormai nel paese dei vari Rava, Minafra, Bosso, Boltro, Fresu…
Ma ormai, la sua linea è tracciata e si dedica prevalentemente alla chitarra e alla composizione e arrangiamenti, cercando di creare un sunto dei diversi suoni, tecniche ed armonie che fanno parte del suo percorso per arrivare ad un modo unico di approcciarsi alla musica con un suono ed un stilo personalissimo, dando piuttosto risalto alla composizioni e agli arrangiamenti e non a facili virtuosismi.
In sua terra di adozione – l’Emilia-Romagna -, Robban ha l’opportunità di incontrare e suonare con musicisti di un certo spessore, di cui alcuni sono diventati i suoi migliori partner nella ricerca della scintilla musicale, come i membri del quartetto in questo primo disco.
Stefano Calvano, alla batteria e percussioni, ha già suonato con grandi nomi del jazz italiano e mondiale quali Dave Liebman, Paul Bley, Paolo Fresu…ed è parte integrante di altri progetti interessanti come il Faden Trio ed altri più etnici.
Ai sassofoni tenore & soprano, Massimo Zaniboni è subito stato entusiasta per il progetto di Robban che, con le sue armonie insolite ed il suo tocco europeo, gli permette di suonare in spazi cromatici e a volte modali, sempre sorretti da un giro melodico che un po’ ricorda la musica di Jan Garbarek, una delle sue maggiori influenze. La verve melodica ed il suono inconfondibile di Massimo sono stati dei preziosi contributi per la buona riuscita di questo album.
Probabilmente uno dei migliori contrabbassisti della scena jazz regionale ed italiana completa il quadro dei musicisti di questo album, ovvero Paolo Ghetti. Geniale insegnante al Conservatorio Jazz di Bologna, Paolo ha suonato con i più grandi nomi del jazz quali Pat Metheny, Lee Konitz, Christian Escoudé, Augusto Mancinelli (quest’ultimo essendo un’altra influenza di Robban), ed è parte di tanti progetti interessanti ed internazionali.